L’uso degli UAV, o aeromobili a pilotaggio remoto, è sempre più diffuso nella gestione e nella pianificazione territoriale, offrendo dati accurati e affidabili per un’ampia gamma di applicazioni topografiche. Nell’ambito dell’analisi di siti archeologici, questi strumenti si dimostrano un’importante risorsa grazie alla loro capacità di rilevare e mappare il terreno con alta risoluzione, fornendo immagini dettagliate senza dover effettuare scavi invasivi. Inoltre, grazie alla loro agilità e alla possibilità di volare a bassa quota, gli UAV possono raggiungere aree difficili da raggiungere e mappare siti archeologici in zone impervie o inaccessibili.
L’analisi dei dati acquisiti permette di identificare la presenza di strutture, come muri o edifici, e di individuare eventuali anomalie nel terreno. Grazie alla capacità di un drone di effettuare rilevamenti tridimensionali, è possibile ottenere una visione completa della morfologia del sito archeologico e delle eventuali modifiche avvenute nel tempo. Gli UAV rappresentano quindi uno strumento importante per la gestione e la pianificazione territoriale, fornendo dati precisi e affidabili per la mappatura di aree di interesse archeologico, l’identificazione di potenziali siti di scavo e la valutazione dell’impatto delle attività antropiche sull’ambiente circostante.
Si rivelano pertanto ottimi strumenti per molteplici applicazioni topografiche, offrendo una solida base di conoscenza per la gestione e la pianificazione territoriale.